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Hina Sakurada Holic

Parliamo un attimo dell’autrice che mi ha permesso di conoscere la Yuuuuuuuukkkkka dell’UTBC e iniziare una allegra amicizia volta, segretamente, a farla diventare una yaoista sfegatata *fufufu* (mission in progress).
Scherzi a parte in quest’anno, più precisamene tra Novembre 2012 e Marzo 2013, la Planet si è prodigata a portare in italia diversi volumi unici della Sakurada e, fingendo di non sapere cosa ci fosse dentro questi volumi, molti gruppi italiani han fatto finta di nulla e non hanno licensato le oneshot provenienti da essi (sinceramente cazzi loro, quando ho scoperto che c’erano i capitoli di Arcana della Mine in “Nido di Vespe” io ho tolto tutto)
Il motivo per cui conoscevo questa autrice, ma non i gruppi italiani che la trattavano (salvo la mia tolleranza limitata alle grafiche da melassa shojo), è che la trovavo interessante per via dello stile un po’ particolare (soprattutto di certe assurde espressioni facciali) e le trame non convenzionali che però si sviluppavano bene nelle poche pagine a disposizione, ma comunque mi bastava e avanzava la versione inglese e non sentivo il bisogno di leggermelo in italiano (e non pensavo che nessun gruppo shojo passasse per la testa di tradurre tali assurdità)

Salvo il raro, e unico, caso di Kingyo No Fun (tradotto letteralmente *cof cof” “pupu” di pesce rosso) serie in corso di 3 volumi, la Sakurada fa volumi unici, raccolte di oneshot più o meno lunghe con una storia principale che magari occupa 2-3 capitoli (e come già detto, certi autori, indipendentemente dal genere, sono sia una manna per i gruppi scan che per gli editori italiani che non vogliono rischiare più soldi facendo una serie)
Le sue storie non sono propriamente convenzionali, anche se c’è spesso la studentessa biondina scema nella classica ambientazione scolastica la sua psicologia, e quella dei comprimari, è alquanto deviata e spesso eccessiva.
Nessuno è perfetto, nessuno è assolutamente gentile e disinteressato, tutti hanno i loro tormenti e segreti.
Rientra perfettamente nella categoria shojo, vista l’età delle protagoniste (lungi dai 20+ da josei) ma non è la solita melassa, anzi di romanticismo se ne vede proprio poco e per questo è una delle rare “shojare” che seguo, apprezzandone l’originalità nonostante non tutte le tavole e le storie siano perfettamente riuscite.

Mo’ parliamo della edizione Planet, anzi delle edizioni perché nonostante i volumi siano usciti uno dietro all’altro a cadenza mensile, la grafica dei volumetti, qualità interna degli stessi e lo staff che ci ha lavoro sono cambiati ogni santa volta... Suppongo il tutto per riuscire a spararne fuori uno al mese, mi sfugge il senso ma come ho già detto non capisco questa mania per le corse della Planet sia per le serie con cadenza regolare (vedi Kuroshitsuji) sia per questi volumi unici che potevano anche uscire con calma tutti e quattro in un anno (e magari così qualcuno si ricordava ancora chi fosse la Hina Sakurada).

Primo volume uscito – Una Lama Vestita di Fiori (Hana wa Knife o Mi ni Matou) – Novembre 2012
Prezzo 6.50€, totalmente immotivato visto che non ci sono pagine a colori e la sovracoperta mi si è sbeccata tutta semplicemente perché sopra a questo volume ci ho appoggiato gli altri 3...
Questo volume, originariamente uscito nel 2009, racchiude un po’ di oneshot serializzate su Cheese e Flowers (entrambe riviste Shogakukan, la prima shojo, la seconda josei), è forse uno dei miei preferiti e forse il migliore dei 4 italiani come edizione.
La traduzione a grandi linee è scorrevole (salvo “sorgente genetica” che è correttisimo, ma mi fa sorridere e senza nota diverse pischelle non l’han capito), è ben ricostruito e letterato (salvo alcune scritte patocchie, e il dubbio che una volta tanto i jappi abbiano mandato file e non tavole da scansire) l’unico difetto forse è la qualità della stampa i cui retini risultano un po’ troppo sporchi e irregolari anche per essere della Sakurada.
La storia principale, e che da anche il nome al volume, comprende 3/4 del volume e in tre capitoli narra le vicende di una studentessa che per una sfida con la sua migliore amica viene notata dal professore d’arte che la vede come soggetto perfetto per i suoi quadri, una vera e propria bambola a grandezza naturale.
Fino ad allora lei l’aveva ignorato totalmente, ma ben presto se ne innamora perdutamente e si convince di essere l’unica che lui tratti in modo speciale! Ma tanto più lei tenta di avvicinarsi più lui tenta di ribadire la distanza che ci dovrebbe essere tra professore e studentessa, infine tutto degenera col voltafaccia della sopracitata migliore amica.
Non è una storia violenta o eccessiva, nonostante le assurdità che alla fine la protagonista arriva a compire per amore, e si conclude col solito (evitabilissimo *cof cof*) good end...
La storia successiva parla della tragedia di un “diavolo” (demon or devil, this is the question) un po’ particolare che finalmente riesce a farsi un amica, quasi una fidanzatina, che però viene da una pessima situazione familiare che la porterà a fare una brutta fine e far definitivamente impazzire l’altro.
Infine c’è una breve side-story sulla sorella della protagonista della storia principale, appena citata come scusa per i vestiti gothic-lolita, ma le pagine sono buone solo a far aumentare le domande sul suo conto e fa venir voglia di leggere una storia totalmente incentrata su di lei; resto perplessa sul fatto che in italia questo capitoletto sia alla fine, mentre invece nella versione inglese sia subito dopo la storia principale, ma va beh... Next one!

Secondo volume uscito - Ragione & Sentimento (Bunbetsu to Takan) – Dicembre 2012
Sempre i soliti immotivati 6.50€, col cambio al lettering si perdono anche i font un po’ patocchio-micro del primo volume.
Uscito nel 2010, questa volta 100% Cheese (che è tutt’oggi la rivista in cui la Sakurada viene serializzata); la storia principale, che da il nome al volume, prende gran parte del volume e ci parla di una ragazza come tante che ha fatto il colpo grosso accaparrandosi il più ambito, ma ha un tragico difetto, ovvero l’essere una indecisa cronica, soprattutto per le questioni di gola, e il ragazzo finisce sempre per comprare un sacco di cibo (sinceramente io l’ho trovato odioso l’essere così incentrato sul cibo, tanto che la protagonista pare più un pesce dietro all’esca)
Il ragazzo ha un fratello, un tipo un po’ assurdo e talvolta crudele, che fa di tutto per mettersi in mezzo e soffiare la ragazza all’altro, segretamente per pareggiare i conti con una famiglia che non lo accetta viste le sue origini.
Indecisa com’è la protagonista finisce sempre per non reagire agli attacchi del fratello e quando scopre la verità sembra che si getti tra le sue braccia, il finale resta un po’ assurdo e poco logico (nemmeno il babbaleo più gentile di questo mondo si riprenderebbe la ragazza che si è fatta anche il fratello) e rovina un po’ la trama, ma d’altro canto sono 2 pagine e si può fingere di non averle viste XD
La oneshot dopo è alquanto classica, per gli standard della Sakurada, è la storia di una ragazza (che mi ricorda un po’ P-ko di Arakawa) che si tormenta per la sua love-story segreta con un bel don giovanni che sembra solo voler mangiare e scopare, fine.
Infine c’è una oneshot molto originale, probabilmente la più ardita della Sakurada, non tanto per la trama (la solita rivisitazione de “La Sirenetta”) ma per la scelta della protagonista, ovvero una bella Sirenetta che voleva uscire dall’acqua per andare dal suo principe ma fu aggredita da uno squalo, sfigurata e, sfiga delle sfighe, lo beccò pure a letto con un’altra (ma probabilmente c’è un errore di fondo della trama, visto che dopo viene detto che il tempo in fondo al mare scorre 10 volte più veloce) così divenne una spietata strega che godeva nel mandare stupide sirenette sulla terra ferma.
Tutto sommato è un volume comunque ben riuscito ma difficile da digerire per molti dei temi trattati, molto più ostici e meno di massa rispetto le storielle profxstudentessa.

Terzo volume – Dead Friends Love Letter (Korosareru nara, Isso Sakura no Ki no Shita de – comunque sulla cover originale c’è scritto anche il titolo inglese) – Febbraio 2013
Soliti 6.50€ e grafica della sovracoperta totalmente differente ma in linea con l’originale uscito nel 2011 (100% Cheese), la carta è cambiata e si è assottigliata, ma la stampa mi sembra decisamente più nitida; lo staff è totalmente cambiato lasciando giusto una traduttrice e la solita curatrice.
Il volume è praticamente incentrato tutto su una storia (3 capitoli + side story) che parla di una povera ragazza che un giorno viene presa di mira da tutti, convinti che abbia spinto la sua migliore amica al suicidio dopo un messaggio su twitter (che in originale, se non erro, non era twitter ma non un’altro jappo social, tanto non è la peggior “libertà” che troverete in questo volume)
Tutti c’è l’hanno a morte con lei, soprattutto l’altra amica del vittima, e solo il ragazzo della suicida prende le sue difese -colpevolizzandosi perché tutta la situazione è a causa dei suoi veri sentimenti per la protagonista.
Lentamente la vita torna più o meno alla normalità finché un omicidio e una tragica confessione mettono nuovamente in crisi la ragazza.
Nella side si parla della terza ragazza e del perché ci tenesse così tanto alla amica morta.
Ho apprezzato la trama poco convenzionale e il fatto che sia stata narrata dal punto di vista di tutti e 3 i protagonisti (le due ragazze e il ragazzo).
Alcune trovate, come il legame segreto lui e lei o il non mostrare mai il volto della suicida (fulcro del tutto), sono state geniali.
Disgraziatamente tutto il volume è stato rovinato da quelle “libertà” che citavo prima, cose che speravo non si facessero più in questo secolo e che fossero morte e sepolte insieme alle edizioni sottiletta spezza volume...
Nelle paginette restanti del volume ci sono 2 micro storielle sulle protagoniste che ci siamo lasciate alle spalle, a no opsh! Una deve ancora apparire visto che “Taro” è uscito dopo questo volume (cosa stupida far vedere un mini sequel prima di aver fatto uscire il prequel, ma... non è la cosa peggiore)
Ho seriamente pensato di urlare quando i miei occhi si sono posati sui dialoghi di quelle pagine, modificati dalla Planet per rendere le presentazioni delle protagoniste (ricordate i buon vecchi “ciao, sono sempre io, Sakura Kinomoto, che nel volume precedente bla bla”) delle mere pubblicità per loro stessi.
Quindi abbiamo l’indecisa Aya che vi invita a comprare il suo “Ragione&Sentimento” uscito per Planet il mese prima, e la tettona Izumi che vi invita a comprare il volume che uscirà grazie a mamma Planet (perché se non dicono 3 volte Planet ciascuna non va bene) il mese prossimo...
Mi sono cadute le braccia, e poi forse anche il volumetto, mi sono venuti i brividi lungo la schiena e un accenno di nausea... *tragicomical*
Non esistendo una versione inglese di questa specie di special di fine volume ho dovuto chiedere una mano e farmi fare giusto un paio di foto piene di “scribbles” (ormai è il termine ufficiale nelle mie mail coi traduttori jappi) che in soldoni mi hanno confermato che le ragazze parlavano “ciao, sono io, vi ricordate di me, dal volume tal dei tali, viva la Shogakukan” ma questo non dava a mamma PLANET l’umano diritto (che magari hanno legalmente avuto dalla controparte jappa) di stravolgere così i dialoghi...

Ultimo volume uscito – Taro il perverso (Tarou-kun wa Yuganderu) – Marzo 2013
Solito prezzo, nuovamente staff stravolto e ultimo volume uscito fino ad oggi *nod* quindi si può dire che con questo si è conclusa l’epopea italiana “Sakuradica” (e per questo inscatolo i volumi e mi sono prodigata a fare questa recensione)
In Giappone Taro è uscito 5 mesi prima di Dead, giusto per ribadire che non aveva senso in italia fare l’opposto.
Quest’ultimo è forse il volume un po’ meno riuscito, a causa del fatto che la storia principale è di un solo capitolo, tutto incentrato sul cliché dell’amico d’infanzia più grande che poi non è nemmeno chissà quanto perverso (è solo un deficente XD).
Poi c’è una storiella, anche questa non particolarmente innovativa, su una idol che ormai è in rottura con l’amico d’infanzia a causa di stupide incomprensioni e problemi d’altezza.
La storia di una ragazza ancora convinta che il fidanzato pensi a lei, nonostante 3 anni di rapporto a distanza praticamente senza contatti, che cede al fratello minore di quest’ultimo che però alla fine dovrà comunque lasciare il paesello di campagna.
L’ultima, per molti versi (sia per trama che aspetto dei personaggi), ricorda spaventosamente “Lama” con una studentessa che vuole a tutti i costi essere la ragazza del prof che però le fa notare di avere le fedi attaccate a una catena al collo (al che, anche un tordo cotto al sole, ci arriva che è anormale che uno abbia entrambe le fedi, no?)
In molti si sono chiesti se fosse una specie di sequel di “Lama”, e che quindi la ragazza morta fosse la nostra ex protagonista, ma in realtà Sakurairo no Tsumeato (un graffio color ciliegio) è una vecchissima oneshot, come si nota un po’ dai disegni, serializzata prima di “Lama” ed è quindi più probabile che fosse un abbozzo, una prova della trama che sarebbe poi stata “Lama” e non un sequel (anche se compare in un volume uscito dopo).

Quiiiiindi, tutto sommato, se non siete delle shojo-dipendenti classiche, che vogliono la solita storia trita e ri-trita tra i banchi di scuola, ma qualcosa di un pochino più “malato” e folle la Sakurada fa per voi.
Le opere pre-2008 non sono un gran che, soprattutto per i disegni, ma tanto ufficialmente non sono arrivate in italia, ma “Lama” e “Ragione” sono molto validi come volumi unici l’unico problema è il prezzo...
Anche Dead sarebbe moooolto carino, se non mi venisse voglia di bruciare il volume ogni volta che leggo pubblicità poco occulte -.-
E per i prossimi 30anni la Suppy può ignorare gli shojo *ruzzola via stile Stitch*

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