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Sweet Fuse: at your side [Recensione]

Attenzione la seguente recensione contiene alcuni spoiler (pochi visto che non si trattadi un Hakuoki e quindi farò anche un post con tutta la trama nello specifico per chi non può giocarselo).


Parliamo un po’ di Sweet Fuse: at your service side, altro otome della otomate tradotto da mamma Aksys.
Sweet Fuse non ha un ambientazione storica come Hakuoki (è un simil-moderno) e fortunatamente anche la protagonista ha poco a che vedere con quel lamento inutile di Chizuru visto che Saki (il nome si può cambiare) è una ragazza coraggiosa e con un ottimo intuito! Ma leviamoci subito di torno la trama:

Saki viene invitata dal famigerato zio, Keiji Inafune, a presenziare all’inaugurazione del suo parco giochi a tema videogame (anche se poi non c’entra nulla con Megaman e compagnia)
La ragazza va da sola visto che l’inaugurazione è solo per la stampa e gli adetti (anche se poi questa teorica restrizione, scusa per cui Saki non ha un accompagnatore, va a farsi benedire visto che nel cast degli omaccioni c’è gente che è lì solo per divertirsi, d’altro canto nemmeno le regole del Conte vengono sempre rispettate...) ma durante il discorso dello zio il microfono smette di funzionare e su tutti gli schermi appare la brutta immagine di un uomo maiale in nero che con voce distorta avvisa i gentili ospiti che da ora sono ostaggi e che indirrà un gioco mortale con alcune persone scelte che in caso di fallimento faranno fare una brutta fine agli ostaggi, e giusto per esser sicuri fa saltare la ruota panoramica (non ho ancora capito perché sette se poi vuole punire sei persone, ma è un otome e la continuty è sopravvalutata).
Saki si propone per questo infausto gioco, con in mente solo la salvezza dello zio, e il signor Conte Maialoso (vero nome Count Hogstein, vera identità... beh non lo dico di certo qua) sceglierà apparentemente a caso altri 6 e il giorno dopo partirà il gioco composto da enigmi vari che si snoderanno per tutte le attrazioni del parco.
Saki avrà dalla sua sei “prodi” eroi, abbastanza stereotipati:
il giovane detective ossessionato dagli insuccessi del padre;
l’idol fifone ossessionato da quanto poco il suo nome rieccheggi;
il nerd-neet ossessionato dalle sue mancanze passate e dai videogame;
il vetusto giornalista ossessionato dalla ricerca della verità;
l’indovino ossessionato dal fingere ciò che non è e guardare da un’altra parte;
l’host numero uno ossessionato dalla morte dei genitori (in realtà un po’ tutti c’han problemi coi parenti ma non spoileriamo troppo, ma sono quasi certa che uno degli “scemeggiatori” avesse seri problemi con papino);
a questo già nutrito cast si va poi ad aggiungere un’altro ragazzo che si sbloccherà una volta completata la prima partita.
Il gioco dura sette stage, ogni stage equivale a un giorno e la partita dura in media una decina di ore a testa (salvo Makoto che essendo la route “bonus” dura un po’ meno, e ovviamente senza contare lo skip che dalla seconda partita in poi sarà il vostro migliore amico).
Alla fine più o meno tutti i partecipanti sopravviveranno e più o meno verranno svelati i misteri alla base della trama e dei piani del Conte, ovviamente come da tradizione serve giocare più di una route (soprattutto quella sbloccabile) per capire tutti i vari risvolti segreti.

E ora veniamo al gameplay (ma... non è un otome? Insomma son tutti uguali! Taci stolta ci sono grandi novità [lie]).
In realtà il principio di base è lo stesso di sempre, testo, testo e ancora testo e la configurazione dei tasti e dei menù è quella standard della Otomate (su quel fronte son sempre fatti con lo stampino) ma ci sono un paio di novità, delle variazioni sul tema “testo, testo e ancora testo”.
La prima, e più marginale (non si trova nemmeno solo in questo) è il “dai di matto” ("What's wrong with you!?") ovvero in alcuni punti particolarmente “stressanti” potrete scegliere se dare di matto oppure no.
Poi abbiamo la pausa (“Break Time, Fanta Time” anche questa presente in altri otome) situata a fine della seconda, terza e quarta giornata (salvo per un paio di ragazzi) in cui potrete scegliere con chi trascorrere un po’ di tempo in solitaria prima di andare dormire e principale fonte di innalzamento dell’affinità nella Common Route.
L’ultima, la vera novità, è il "ponderamento folle" (“explosive insight”) che prende un po’ in giro Phoenix Wright (come se non bastasse la posa di Saki quando da di matto) e in cui la protagonista dovrà ripensare alle informazioni raccolte in giornata e trovare la parola chiave per capire cosa fare dopo (oppure il gameover è assicurato).
Insomma ci sono alcune differenze rispetto al solito otome by Otomate, piacevoli ma che possono dare alcuni problemi alla millesima partita (l’explosive insight arena lo skip e rallenta)
Gli “enigmi” non brillano per difficoltà ma d’altro canto non si tratta di un gioco investigativo e alcune cose non tornano a livello di coerenza della trama, che non è particolarmente ispirata ma tutto sommato diverte, anche se alcuni personaggi sono un po’ insopportabili e delle piattole... Però alcune route riservano inattese sorprese.

Una pratoganista un po’ meno lamentosa e attiva è una bella cosa anche se tende comunque a essere totalmente negata sul fronte fisico (non ha manco il fiato per una corsetta, altro che fuori forma) e sviene o si ammala senza motivo *fainted* o si decide a chiamare il suo lui per nome solo nel finale e diventando fucsia come da tradizione.
Inoltre, la cosa forse più fastidiosa, è la totale mancanza di suspance, teoricamente la trama ruoterebbe intorno a un mix di tempo e enigmi mortali ma i personaggi si perdono in chiacchiere continuamente (oppure si fanno un pisolino anche se hanno la figlia rapita nella stanza accanto -.-) e regolarmente nel finale non catturano il Conte perché perdono 20 minuti a prendere in giro Saki, e con chi si accompagna, o altre chiacchiere random quasi fastidiose... Senza contare gli ending alquanto sbrigativi che in due minuti dicono cosa è successo ai vari ragazzi e poi Saki va ad amoreggiare placidamente.
Insomma in un genere differente sarebbe un gioco stressante con contorni enigmi e un grosso contatore in alto che ti segnala quandi nanosecondi hai prima di saltare in aria, ma essendo un otome è praticamente una cronaca in tempo reale di una allegra scampagnata in un parco giochi >.<

In breve non riesce a sganciarsi totalmente dai cliché del genere ma a qualche punto a suo favore non essendo il solito otome, ma ovviamente vi deve piacere il genere (o per lo meno la visual novel in generale) o morirete di noia durante la lettura nonostante l’auto-ironia che caratterizza il titolo (senza contare che le attrazioni del parco tendono a prendere in giro vari videogame e generi).
L’art è falsamente sullo stile occidentale (pare che sia disegnato da uno dello staff di Ace Attorney) ed è quindi un’altra particolarità del gioco, anche se alcuni personaggi hanno una discutibilissima scelta di charade tipo il Conte e i suoi aiutanti (il primo è davvero inguardabile -.-).

Voto generale: 7, tendente all’8 perché per lo mano non è un Hakuoki (ahahah)

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