Salve salvino~ *si toglie subito il costume da Ned* tagliamo corto e precisiamo anche che quanto segue è frutto di ricerche, e-mail, domande su facebook e varie risposte brevi, criptiche e un po’ sgarbate~
Ormai è come sparare sulla croce rossa e di certo il mio odio per la J-pop è antecedente la disastrata fusione con la GP però dopo il vergognoso caso di Mardock Scramble mi è venuto un dubbio e risistemando la libreria ho notato diversi “missin in action” marchiati da una vistosa J, e da qui il mio rimboccarmi le maniche per gettarmi in un mare di brevi roboantemente vuote risposte di tale editore (beh, quando si sono degnati di rispondere).
Iniziamo con Dolls, giusto perché il volume finale giapponese limited mi saluta e fa l’occhiolino al suo vicino, tale Crimson Spell 5 (con accanto il famigerato 4 che è già stato vittima di un ritardo colossale nell’uscita italiana).
Dolls... Dolls... Dolls... Pessimo nome per un manga, troppo generico e per di più associato al termina “jpop” manda subito google a parare sulle BDJ ma comunque una cosa è certa: scordatevi i due numeri finali e come al solito non è stato dato un vero motivo per questo drop a un passo dalla conclusione.
Si tratta appunto di una serie praticamente conclusa e le cui uscite sono sempre state travagliate:
i primi due volumi sono usciti nel giro di 10 giorni, poi il mese dopo il volume 3 e per un po’ ha tenuto una cadenza bimestrale, poi dal volume 7 sembrava ormai assodata l’uscita trimestrale che si è definitivamente arenata un settembre 2012 col volume 10 e da qui il silenzio stampa... Consideriamo però un fattore importante ovvero che la serie si è conclusa in giappone nel 2012, a settembre 2012 era già belle che finita la serializzazione, quindi in J-pop sapevano meglio di noi che, anche se le vendite non andavano benissimo (anche se non mi pare, ci sono serie ben più sfigate), bastava stringere un po’ la cintola e far uscire gli ultimi due volumi magari ancora più in fake-qualità del solito, tanto si trattava di due volumi e si poteva anche raccattare il peggio traduttore e il peggio letterista per tirare al risparmio.
La cosa bella è che le domande su Dolls le ignorano dal 2012, per lo meno per Mardock o altri casi qui sotto fingono di rispondere a suon di “chissà”, “pausa di riflessione”, “si vedrà”, “non nel prossimo futuro” ma come al solito *sospiro* diamo la colpa alla “tragicomica fusione” e tiriamo avanti.
Comunque non tutto è perduto, teoricamente la Planet farà uscire questo luglio il sesto (e pen’ultimo) volume di Magnolia, altra serie Naked Ape stranamente con un edizione più che dignitosa in italiano, quindi orfane delle Nude Scimmie non disperatevi troppo vi resta pur sempre il principe fesso dal sesso indefinito! Però mettetevi l’anima in pace per i giustizieri complessati.
Ciel, l’ultima sfigata storia autunnale! Altra serie J-pop che però ci terrei a dire non ho iniziato io, ho più che altro “ereditato” i primi 3 volumi e poi l’ho continuata anche se con diverse riserve visti i dialoghi un po’ troppo confusi, col senno di poi penso che come Savage sia un ottimo esempio di “se non sai il coreano, non tradurlo che è meglio”.
Le uscite di Ciel sono state ben più disastrate di Dolls ma comunque nell’agosto del 2013 in corea è uscito il 23esimo e ultimo numero, peccato che da noi tutto si sia definitivamente fermato nel luglio 2012 col volume 16 a fronte di un numero 14 uscito sul finire del 2011 e il 15 non è uscito nel mezzo ma una manciata di giorni prima del 16... Ma è inutile parlarne Ciel è sempre uscito a mazzettate di volumi consecutivi e pause secolari però resta comunque una serie marchiata J nata nel 2005 e disgraziatamente comprata dalla sottoscritta, forse sono io a portare sfiga? Uhm mi risulta che anche fuori dal mio limitato radar brillino parecchie serie dimenticate... Oh, dimenticavo che Ciel ha anche subito un sovrapprezzo di quasi un euro, prontamente ribassato di una trentina di centesimi un paio di sfortunati volumi dopo *faceplam*
Purtroppo, con tutta la buona volontà, di Dolls posso farvi anche un riassunto (prossimamente) dei volumi mancanti, Ciel è ben più complicato vista anche la lingua d’origine, ma comunque il gruppo inglese è abbastanza regolare, se proprio siete in crisi d’astinenza leggetevi la loro, altrimenti aspettate il 2016 e pregate che lo prenda un’altro editore *fufu*
Lasciamo un attimo da parte la croce rossa e passiamo ai grossi e cazzuti mega editori *posa eroica* considerando però una cosa che a quanto pare non balena in mente a tutti gli otaku:
ok accanirsi sulla Planet, insomma mediamente non la amo e la evito come la peste, ma talvolta a leggere i commenti sprezzanti - perché la lista “ufficiosa” dei loro interrotti è chilometrice rispetto agli altri - mi sembra di essere tornata alle lezioni di calcolo & statistica e a quanto sia facile barare e ingannare la gente con due numerini contestualizzati diversamente... Insomma svegliate a suon di schiaffi l’unico neurone che avete, carissimi otaku italiani, e PENSATE da quanto la Planet è in attività e quante serie mensili fa uscire così dopo due conti capite che in realtà la sua media dei drop è inferiore a ben altre blasonate J giganti *nod*
Comunque, evitando la Planet invero non ho serie interrotte fatte da loro, a parte quelle che sono interrotte pure in patria quindi al massimo ci sarebbe da mordere il mangaka stesso (che talvolta, mi dispiace farvelo notare, ma è morto e sepolto da un po’ *nod*), e invece ci sono due serie, anzi più che altro una, che mi hanno lasciata perplessa e sono targate Star Comics... Si tratta del mio amato-odiato Monochrome Factor (so benissimo di essermi sempre dimenticata da anni di fare quella rece-confronto con l’edizione francese!) e Princess Resurrection.
Iniziamo con quello di cui me ne sbatte poco, ovvero le Principesse che ho iniziato solo perché compravo di tutto in quel periodo ed era senza lode e senza infamia e che mi ha lasciato a bocca asciuta nel 2009 col volume 7 con tanto di tragicomico errore di stampa.
In verità è meglio così, era già troppo main e mal disegnato per i miei gusti e non sarei mai riuscita ad arrivare al ventesimo finale volume però un conto è smettere di comprarlo perché ne hai le palle piene un conto e trovarsi nel giro di poco tempo con due serie droppate senza speranza di uno dei pochi editori italiani che in quanto a uscite e qualità è lineare dall’alba dei tempi... Stupore e delirio nella libreria~
Insomma allora ero un’altra Suppy e non me ne fregava gran che ma ora fare due ricerchine costa nulla anche se in soldoni non hanno mai dato una valida motivazione per l’aver interrotto questo, e Monochrome, mi è stato fatto notare che beh... Il 2009 è il glorioso anno della caccia dei Kappa al che se avessi a portata di mano i volumi (invece che essere archiviati in una scatola inabissata da qualche parte) potrei anche guardare chi se ne occupava ma così, a sentimento e simpatia, incolpo loro e mi ritengo soddisfatta.
Monochrome è una faccenda ben più spinosa, invero Kairi Sorano è stato particolarmente stigmatizzato in italia sia sul fronte ufficiale (in cui hanno usato un po’ la “r” e un po’ la “l” per il nome e ogni tanto gli è stato dato di donna, yep Kairi-sensei è un uomo) e sul quello delle scan.
Monocrome è stato interrotto a bischero e dopo anni è arrivata la serie successiva (dell’autore non di Mono) chiamata Mother Keeper e bellamente abbandonata al suo destino dalla Gp fusa (yep, sempre annata 2012, quindi i 7 volumi mancanti li possiamo dimenticare con un “placido” sorriso sulle labbra).
Tornato alla Star: come per Princess Mono non ha una scusa ufficiale, Kappa o non Kappa, ed è un vero peccato perché era una serie carina che condivideva con Princess anche la messa in onda dell’anime, anime che però mi ha fatto definitivamente passare la voglia di sapere come finisse il manga (beh, l’anime di Princess l’ho evitato fin dal principio).
Apriamo una breve parentesi sull’adattamento animato: correva l’anno 2008 e in piena stagione estiva fecero uno dei più disastrati adattamenti della storia complice anche il fatto che allora erano altri tempi, altri costi e se una serie era tratta da un manga in corso si allungava pesantemente di filler per arrivare ai canonici 24 episodi (che ora ci sognamo) quindi una delle colpe della serie è di essere arrivata praticamente al solito punto dell’ultimo volume Star e aver divagato senza giungere a nulla... Per di più, per quanto possa adorare il genere, l’anime è inutilmente infarcito di sho-ai alla buona e anche tecnicamente è raccapricciante, complice anche lo stile non propriamente eccelso del lentissimo Kairi-sensei; insomma è una mazzata doppiamente inutile però potete sentire Daisuke Ono che canta una delle ending *fufu*
Tornando al manga, e agli otaku decerebrati, inizialmente la Star fu accusata di aver mollato tutto perché usavano la versione americana che si era interrotta a causa del loro editore; ripeto che non ho i volumi a portata di mano, roba troppo vecchia, e non posso controllare e affermare con certezza che sia una completa puttanata e che davvero nel 2009 ancora ci fossero serie non tradotte dal giapponese ma in america Monochrome non è mai andato oltre il quarto volume perché ambo gli editori sono morti e a quanto mi risulta l’unica versione “droppata perché gli americani si sono fermati” è quella di Singapore della Chuang Yi.
Uno degli editori americani era la TokyoPop, l’altro la fottutissima Jmanga (lode alla morte di quell’obbrobrio di read online a pagamento), ma anche se non l’ho fatto di proposito, inevitabilmente, citare la TokyoPop mi conduce nuovamente tra le braccia dell’amata J-Pop! Editore tanto amato e ben voluto dal popolo italiano, prima della fusione, ma con una fissa antecedente per l’americanissima TokyoPop, le pagine a colori inesistenti nell’edizione a volume originale e la passione spassionata per cannare totalmente il senso di lettura e il lettering... Continuo a chiedermi come facesse a essere tanto amata ma ormai pure io mi sono stancata di esternare questo mio sempiterno odio per loro.
Le ultime serie in esame, per questa volta, sono appunto le “TokyoPoppate” giunte a noi per mano della grande J! Ovvero la serie “manga” di Warcraft e Princess Ai.
Le virgolette sono d’obbligo anche se molti non hanno ancora capito che dovrebbero essere chiamati più “fumetti” che “manga”.
La trilogia di Warcraft e la mancata seconda trilogia erano pagate dall’americanissima TokyoPop, sceneggiate dell’americanissimo Richard A. Knaak e disegnate dal coreanissimo Kim Jae-Hwan ora come cazzo fate a definirlo manga lo sapete solo voi visto che non c’è nessuno di giapponese nello staff e non è mai stato serializzato in alcuna rivista giapponese o coreana (se no, guarda, “manhwa” ve lo potevo abbonare) quindi è un fumetto e non spariamo cazzate *nod*
Anyway, l’unica trilogia completata prima della tragica morte della divisione americana della TokyoPop (come già detto quella tedesca è viva ed è uno dei pochi editori europei stabili) è stata la Sunwell Trilogy a cui ha seguito il dimenticabile Warcraft Legend (edito pure da noi, sempre J-Pop, era una specie di antologia mediamente dimenticabile) e teoricamente doveva avere una seconda trilogia, la Shadow Wing, che però si è interrotta col primo volume perchè appunto l’editore ha chiuso i battenti.
L’altra “TokyoPoppata” è Princess Ai, che ha subito il medesimo destino della precedente: la prima trilogia è uscita senza problemi e la seconda, chiamata The Prism of Midnight Dawn, è stata interrotta al secondo volume, anch’esso edito da noi, e come per Warcraft nel mezzo, con la scusa dell’ingannare l’attesa, sono usciti alcuni evitabili volumetti fan-made.
Per parcondicio parliamo anche delle figure dietro a quest’altra serie e motivo per cui definirlo manga è una mezza eresia:
i disegni sono della Kujirado Misaho, sorella di un’altra disegnatrice 100% giapponese che però ha sfondato più presso editori esteri che giapponesi (a quanto ne so in patria entrambe sono ancora delle mere assistenti di mangaka famosi), ma per vendere un po’ di più fu tirata in ballo la Ai Yazawa che ha giusto buttato giù il charade iniziale e prestato il nome per vendere la prima serie;
mentre ai “testi” avevamo Courtney Love e DJ Milky, stentiamo un velo pietoso, ma comunque in generale era una serie simpatica e il volume conclusivo non avrebbe fatto schifo vederlo uscire...
Come per il caso di DMC3 la cara J si è ben vista dal dire che le serie erano interrotte in patria perché l’americanissima TokyoPop era morta e sepolta ma, nonostante la scritta “continua” a fine volume, le vende come serie complete e finite *smile* Per DMC meritano di essere infamati perché era conclusa da anni in giappone quando l’han fatta uscire e non ho mai capito perchè si siano sprecati a tradurre la preview del volume successivo mai nato, forse non sapevano manco loro che stavano facendo, ma la gente li amava e ha atteso invano qualcosa che non sarebbe mai uscito e che la sottoscritta comprò solo perché voleva farsi intossicare dell’inchiostro puzzone (ironia portami via) e perchè aveva fatto la versione scan eoni prima *heropose*
Ormai è come sparare sulla croce rossa e di certo il mio odio per la J-pop è antecedente la disastrata fusione con la GP però dopo il vergognoso caso di Mardock Scramble mi è venuto un dubbio e risistemando la libreria ho notato diversi “missin in action” marchiati da una vistosa J, e da qui il mio rimboccarmi le maniche per gettarmi in un mare di brevi roboantemente vuote risposte di tale editore (beh, quando si sono degnati di rispondere).
Iniziamo con Dolls, giusto perché il volume finale giapponese limited mi saluta e fa l’occhiolino al suo vicino, tale Crimson Spell 5 (con accanto il famigerato 4 che è già stato vittima di un ritardo colossale nell’uscita italiana).
Dolls... Dolls... Dolls... Pessimo nome per un manga, troppo generico e per di più associato al termina “jpop” manda subito google a parare sulle BDJ ma comunque una cosa è certa: scordatevi i due numeri finali e come al solito non è stato dato un vero motivo per questo drop a un passo dalla conclusione.
Si tratta appunto di una serie praticamente conclusa e le cui uscite sono sempre state travagliate:
i primi due volumi sono usciti nel giro di 10 giorni, poi il mese dopo il volume 3 e per un po’ ha tenuto una cadenza bimestrale, poi dal volume 7 sembrava ormai assodata l’uscita trimestrale che si è definitivamente arenata un settembre 2012 col volume 10 e da qui il silenzio stampa... Consideriamo però un fattore importante ovvero che la serie si è conclusa in giappone nel 2012, a settembre 2012 era già belle che finita la serializzazione, quindi in J-pop sapevano meglio di noi che, anche se le vendite non andavano benissimo (anche se non mi pare, ci sono serie ben più sfigate), bastava stringere un po’ la cintola e far uscire gli ultimi due volumi magari ancora più in fake-qualità del solito, tanto si trattava di due volumi e si poteva anche raccattare il peggio traduttore e il peggio letterista per tirare al risparmio.
La cosa bella è che le domande su Dolls le ignorano dal 2012, per lo meno per Mardock o altri casi qui sotto fingono di rispondere a suon di “chissà”, “pausa di riflessione”, “si vedrà”, “non nel prossimo futuro” ma come al solito *sospiro* diamo la colpa alla “tragicomica fusione” e tiriamo avanti.
Comunque non tutto è perduto, teoricamente la Planet farà uscire questo luglio il sesto (e pen’ultimo) volume di Magnolia, altra serie Naked Ape stranamente con un edizione più che dignitosa in italiano, quindi orfane delle Nude Scimmie non disperatevi troppo vi resta pur sempre il principe fesso dal sesso indefinito! Però mettetevi l’anima in pace per i giustizieri complessati.
Ciel, l’ultima sfigata storia autunnale! Altra serie J-pop che però ci terrei a dire non ho iniziato io, ho più che altro “ereditato” i primi 3 volumi e poi l’ho continuata anche se con diverse riserve visti i dialoghi un po’ troppo confusi, col senno di poi penso che come Savage sia un ottimo esempio di “se non sai il coreano, non tradurlo che è meglio”.
Le uscite di Ciel sono state ben più disastrate di Dolls ma comunque nell’agosto del 2013 in corea è uscito il 23esimo e ultimo numero, peccato che da noi tutto si sia definitivamente fermato nel luglio 2012 col volume 16 a fronte di un numero 14 uscito sul finire del 2011 e il 15 non è uscito nel mezzo ma una manciata di giorni prima del 16... Ma è inutile parlarne Ciel è sempre uscito a mazzettate di volumi consecutivi e pause secolari però resta comunque una serie marchiata J nata nel 2005 e disgraziatamente comprata dalla sottoscritta, forse sono io a portare sfiga? Uhm mi risulta che anche fuori dal mio limitato radar brillino parecchie serie dimenticate... Oh, dimenticavo che Ciel ha anche subito un sovrapprezzo di quasi un euro, prontamente ribassato di una trentina di centesimi un paio di sfortunati volumi dopo *faceplam*
Purtroppo, con tutta la buona volontà, di Dolls posso farvi anche un riassunto (prossimamente) dei volumi mancanti, Ciel è ben più complicato vista anche la lingua d’origine, ma comunque il gruppo inglese è abbastanza regolare, se proprio siete in crisi d’astinenza leggetevi la loro, altrimenti aspettate il 2016 e pregate che lo prenda un’altro editore *fufu*
Lasciamo un attimo da parte la croce rossa e passiamo ai grossi e cazzuti mega editori *posa eroica* considerando però una cosa che a quanto pare non balena in mente a tutti gli otaku:
ok accanirsi sulla Planet, insomma mediamente non la amo e la evito come la peste, ma talvolta a leggere i commenti sprezzanti - perché la lista “ufficiosa” dei loro interrotti è chilometrice rispetto agli altri - mi sembra di essere tornata alle lezioni di calcolo & statistica e a quanto sia facile barare e ingannare la gente con due numerini contestualizzati diversamente... Insomma svegliate a suon di schiaffi l’unico neurone che avete, carissimi otaku italiani, e PENSATE da quanto la Planet è in attività e quante serie mensili fa uscire così dopo due conti capite che in realtà la sua media dei drop è inferiore a ben altre blasonate J giganti *nod*
Comunque, evitando la Planet invero non ho serie interrotte fatte da loro, a parte quelle che sono interrotte pure in patria quindi al massimo ci sarebbe da mordere il mangaka stesso (che talvolta, mi dispiace farvelo notare, ma è morto e sepolto da un po’ *nod*), e invece ci sono due serie, anzi più che altro una, che mi hanno lasciata perplessa e sono targate Star Comics... Si tratta del mio amato-odiato Monochrome Factor (so benissimo di essermi sempre dimenticata da anni di fare quella rece-confronto con l’edizione francese!) e Princess Resurrection.
Iniziamo con quello di cui me ne sbatte poco, ovvero le Principesse che ho iniziato solo perché compravo di tutto in quel periodo ed era senza lode e senza infamia e che mi ha lasciato a bocca asciuta nel 2009 col volume 7 con tanto di tragicomico errore di stampa.
In verità è meglio così, era già troppo main e mal disegnato per i miei gusti e non sarei mai riuscita ad arrivare al ventesimo finale volume però un conto è smettere di comprarlo perché ne hai le palle piene un conto e trovarsi nel giro di poco tempo con due serie droppate senza speranza di uno dei pochi editori italiani che in quanto a uscite e qualità è lineare dall’alba dei tempi... Stupore e delirio nella libreria~
Insomma allora ero un’altra Suppy e non me ne fregava gran che ma ora fare due ricerchine costa nulla anche se in soldoni non hanno mai dato una valida motivazione per l’aver interrotto questo, e Monochrome, mi è stato fatto notare che beh... Il 2009 è il glorioso anno della caccia dei Kappa al che se avessi a portata di mano i volumi (invece che essere archiviati in una scatola inabissata da qualche parte) potrei anche guardare chi se ne occupava ma così, a sentimento e simpatia, incolpo loro e mi ritengo soddisfatta.
Monochrome è una faccenda ben più spinosa, invero Kairi Sorano è stato particolarmente stigmatizzato in italia sia sul fronte ufficiale (in cui hanno usato un po’ la “r” e un po’ la “l” per il nome e ogni tanto gli è stato dato di donna, yep Kairi-sensei è un uomo) e sul quello delle scan.
Monocrome è stato interrotto a bischero e dopo anni è arrivata la serie successiva (dell’autore non di Mono) chiamata Mother Keeper e bellamente abbandonata al suo destino dalla Gp fusa (yep, sempre annata 2012, quindi i 7 volumi mancanti li possiamo dimenticare con un “placido” sorriso sulle labbra).
Tornato alla Star: come per Princess Mono non ha una scusa ufficiale, Kappa o non Kappa, ed è un vero peccato perché era una serie carina che condivideva con Princess anche la messa in onda dell’anime, anime che però mi ha fatto definitivamente passare la voglia di sapere come finisse il manga (beh, l’anime di Princess l’ho evitato fin dal principio).
Apriamo una breve parentesi sull’adattamento animato: correva l’anno 2008 e in piena stagione estiva fecero uno dei più disastrati adattamenti della storia complice anche il fatto che allora erano altri tempi, altri costi e se una serie era tratta da un manga in corso si allungava pesantemente di filler per arrivare ai canonici 24 episodi (che ora ci sognamo) quindi una delle colpe della serie è di essere arrivata praticamente al solito punto dell’ultimo volume Star e aver divagato senza giungere a nulla... Per di più, per quanto possa adorare il genere, l’anime è inutilmente infarcito di sho-ai alla buona e anche tecnicamente è raccapricciante, complice anche lo stile non propriamente eccelso del lentissimo Kairi-sensei; insomma è una mazzata doppiamente inutile però potete sentire Daisuke Ono che canta una delle ending *fufu*
Tornando al manga, e agli otaku decerebrati, inizialmente la Star fu accusata di aver mollato tutto perché usavano la versione americana che si era interrotta a causa del loro editore; ripeto che non ho i volumi a portata di mano, roba troppo vecchia, e non posso controllare e affermare con certezza che sia una completa puttanata e che davvero nel 2009 ancora ci fossero serie non tradotte dal giapponese ma in america Monochrome non è mai andato oltre il quarto volume perché ambo gli editori sono morti e a quanto mi risulta l’unica versione “droppata perché gli americani si sono fermati” è quella di Singapore della Chuang Yi.
Uno degli editori americani era la TokyoPop, l’altro la fottutissima Jmanga (lode alla morte di quell’obbrobrio di read online a pagamento), ma anche se non l’ho fatto di proposito, inevitabilmente, citare la TokyoPop mi conduce nuovamente tra le braccia dell’amata J-Pop! Editore tanto amato e ben voluto dal popolo italiano, prima della fusione, ma con una fissa antecedente per l’americanissima TokyoPop, le pagine a colori inesistenti nell’edizione a volume originale e la passione spassionata per cannare totalmente il senso di lettura e il lettering... Continuo a chiedermi come facesse a essere tanto amata ma ormai pure io mi sono stancata di esternare questo mio sempiterno odio per loro.
Le ultime serie in esame, per questa volta, sono appunto le “TokyoPoppate” giunte a noi per mano della grande J! Ovvero la serie “manga” di Warcraft e Princess Ai.
Le virgolette sono d’obbligo anche se molti non hanno ancora capito che dovrebbero essere chiamati più “fumetti” che “manga”.
La trilogia di Warcraft e la mancata seconda trilogia erano pagate dall’americanissima TokyoPop, sceneggiate dell’americanissimo Richard A. Knaak e disegnate dal coreanissimo Kim Jae-Hwan ora come cazzo fate a definirlo manga lo sapete solo voi visto che non c’è nessuno di giapponese nello staff e non è mai stato serializzato in alcuna rivista giapponese o coreana (se no, guarda, “manhwa” ve lo potevo abbonare) quindi è un fumetto e non spariamo cazzate *nod*
Anyway, l’unica trilogia completata prima della tragica morte della divisione americana della TokyoPop (come già detto quella tedesca è viva ed è uno dei pochi editori europei stabili) è stata la Sunwell Trilogy a cui ha seguito il dimenticabile Warcraft Legend (edito pure da noi, sempre J-Pop, era una specie di antologia mediamente dimenticabile) e teoricamente doveva avere una seconda trilogia, la Shadow Wing, che però si è interrotta col primo volume perchè appunto l’editore ha chiuso i battenti.
L’altra “TokyoPoppata” è Princess Ai, che ha subito il medesimo destino della precedente: la prima trilogia è uscita senza problemi e la seconda, chiamata The Prism of Midnight Dawn, è stata interrotta al secondo volume, anch’esso edito da noi, e come per Warcraft nel mezzo, con la scusa dell’ingannare l’attesa, sono usciti alcuni evitabili volumetti fan-made.
Per parcondicio parliamo anche delle figure dietro a quest’altra serie e motivo per cui definirlo manga è una mezza eresia:
i disegni sono della Kujirado Misaho, sorella di un’altra disegnatrice 100% giapponese che però ha sfondato più presso editori esteri che giapponesi (a quanto ne so in patria entrambe sono ancora delle mere assistenti di mangaka famosi), ma per vendere un po’ di più fu tirata in ballo la Ai Yazawa che ha giusto buttato giù il charade iniziale e prestato il nome per vendere la prima serie;
mentre ai “testi” avevamo Courtney Love e DJ Milky, stentiamo un velo pietoso, ma comunque in generale era una serie simpatica e il volume conclusivo non avrebbe fatto schifo vederlo uscire...
Come per il caso di DMC3 la cara J si è ben vista dal dire che le serie erano interrotte in patria perché l’americanissima TokyoPop era morta e sepolta ma, nonostante la scritta “continua” a fine volume, le vende come serie complete e finite *smile* Per DMC meritano di essere infamati perché era conclusa da anni in giappone quando l’han fatta uscire e non ho mai capito perchè si siano sprecati a tradurre la preview del volume successivo mai nato, forse non sapevano manco loro che stavano facendo, ma la gente li amava e ha atteso invano qualcosa che non sarebbe mai uscito e che la sottoscritta comprò solo perché voleva farsi intossicare dell’inchiostro puzzone (ironia portami via) e perchè aveva fatto la versione scan eoni prima *heropose*
Con questo vi lascio e buona ricerca delle vostre serie droppate senza motivo~