Questa volta proverò ad andare sul sintetico perché, oltre a essere un gioco indie fin nel midollo, si tratta anche di un gioco al momento incompleto (mancano più di metà delle route)
Lo stato attuale non è quindi definitivo, per cui non analizzerò e criticherò più di tanto i difetti tecnici.
Wilder è un gioco al momento presente unicamente su itch.io, lo store per indie più indie che c’è (se pensate che Steam sia pieno di robaccia fatta male, non avete visto ancora nulla –ok, questa era crudeltà gratuita *cof cof*)
È sviluppato da un team piccolissimo, formato praticamente solo l’ideatrice della storia e gli artisti coinvolti.
Mi sono avvicinata a questo gioco quasi per caso, ero alla ricerca di eventuali nuovi otome e simili da recensire.
Sinceramente non mi ricordo nemmeno come ci sono capitata, ma quando l’ho visto ho notato che questo gioco mi dava delle “vibrazioni di Bohra” e non ho saputo resistergli > l’ho guardato e ho pensato subito alla “saga” coi mostri della mangaka e in effetti la storia ha un che, anche se in questo caso si tratta di djinn.
L’ho scelto unicamente per questo motivoassai superfluo, ma devo dire che non me ne sono pentita.
La prima volta
Ho decido di iniziarlo verso le 11, perché era ancora presto e pensavo che (vista la sua natura) la route sarebbe durata 2-3 ore… invece mi sono ritrovata alle 4 di mattina ad arrancare verso il finale *ahah*
Quando l’ho iniziato non sapevo quasi niente: ho aperto la pagina del progetto, i disegni mi ispirava e via (nemmeno avevo assimilato bene il disclaimer iniziale in cui parla di quante route “sono”)
Come dicevo l’ambientazione ricorda un po’ quella della Bohra: una sorta di mondo alternativo un po’ arabeggiante con gli esseri umani e una razza, dai tratti “demoniaci”, subordinata agli umani e tenuti in riga da appositi congegni (in questo caso bracciali) che riducono il loro potere e li costringono, fino a un certo punto, a fare ciò che il loro padrone dice.
La protagonista della storia è un’orfana (elemento che finora è stato completamente privo di impatto) che è stata adottata dagli zii, importanti membri della nobiltà cittadina, finendo così col vivere una vita agiata.
Però non è tutto oro ciò che luccica! Per tutta la vita è stata come in una gabbia dorata: non ha amici, le rare volte che esce è scortata e, ciliegina sulla torta, ora che è abbastanza grande le tocca subire un matrimonio combinato.
Sarà la moglie del “Re” locale, un uomo lascivo e decisamente più vecchio di lei (alla sesta moglie) su cui girano pessime voci; in breve è l’agnello sacrificale per la scalata al potere dello zio (che comunque tra i due parenti è quello che mostra maggiormente il suo affetto per la protagonista, mentre la zia è un po’ “particolare”).
Per festeggiare il “lieto evento” la zia porta la nipote a far compere e prende per lei un palesemente selvaggio e restio djinn albino (che costa quindi un botto, anche perché girano varie leggende sull'argomento); essendo la notte prima del matrimonio la zia pensa bene di dare una spazzolata a suddetto djinn e mandarlo in camera della nipote per “renderla una donna” col risultato che per poco la ragazza non ci rimette le penne.
Il giorno dopo tutta la città accorre per le nozze del secolo (o del decennio, visto quanto rapidamente vengono cambiate le mogli), ma ben presto il sommo regnante viene trovato morto nei pressi di un certo djinn albino (coperto di sangue) e la colpa ricade ovviamente sulla nostra eroina.
Costretta a scappare dovrà affidarsi al nuovo e molto scontroso servitore per sopravvivere, uno che non ci mette nemmeno 1 capitolo a rimangiarsi la parola data e infilarsi nel territorio dei djinn selvaggi semplicemente perché a lui conviene (mentre lei quasi ci resta secca dopo 5 minuti) > la loro route ha una costruzione alquanto standard, ma comunque piacevole.
Dopo il problema coi djinn selvaggi vengono aggrediti dai soldati e per un po’ i ruoli si invertono, con la protagonista (una volta tanto non completamente passiva) che deve occuparsi dell’altro e della sopravvivenza di entrambi.
Il romanticismo, anzi è meglio dire il mero sesso, arriva alquanto presto ma finisce con l’essere un caso isolato perché il compagno di viaggio della protagonista è restio a fidarsi di chiunque per una serie di motivi: gli esseri umani l’hanno sempre trattato male (anche quando così non è stato poi l’hanno comunque venduto al miglior offerente senza pensarci due volte) e ha già avuto una relazione passata che è andata malissimo.
Odia spassionatamente tutti ed è violento la maggior parte delle volte, per quanto la protagonista gli urli di non uccidere generalmente lui non l’ascolta.
È una testa di rapa, non saprei come altro dirlo, addirittura ad un certo punto incappano in una fattoria con una vecchietta gentile e non c’è verso di convincerlo a restare, invece di rubare il cibo.
Giunti alla loro meta, Umar, una città che riconosce pari diritti a umani e djinn, la situazione sembra calmarsi sia in virtù della loro comprovata innocenza, che delle leggende che girano sugli albini.
Ben presto però la protagonista si rende conto che in realtà, seppur sotto forma di debiti contratti per liberarsi, la schiavitù è ancora presente a Umar e il “placido” regnante è un arrivista.
La relazione appena nata tra i nostri protagonisti viene messa a dura prova perché, per assicurarsi una chance di uscirne vivi, la nostra eroina deve (fingere di) tradire l’amato, che gliela farà pagare severamente quando lei andrà a liberarlo.
Riconosciuti innocenti, parzialmente (solo lei), fuggiranno per tornare dalle parti di casa in una situazione che però sembra essere tornata al punto di partenza, almeno per quanto riguarda il loro rapporto… ma al momento di salutarsi cambieranno idea e decideranno di salpare insieme verso nuove avventure.
Mi dispiace di non poter dire cosa succeda negli altri finali, posso solo supporre che ci sia anche una variante “bad” del finale, ma non so per certo quanti siano e se ci sia modo di morire durante il viaggio o simili –ma dubito.
Come dicevo non mi aspettavo che fosse così lungo e visto che dopo ho scoperto che è ancora “in corso”, mi sembra superfluo spolpare il gioco per come sta messo al momento…
Fortunatamente nessuno dei due protagonisti è bidimensionale, certo c’è qualche incoerenza ogni tanto (dovuta anche alla quantità mostruosa di scelte multiple) e commettono delle idiozie prive di logica, ma sono comunque personaggi interessanti che si muovono in una storia che, per quanto non propriamente originale, ti tiene comunque incollato al monitor.
Insomma, questo primo tentativo mi ha fatto un’ottima impressione (altrimenti non sarei arrivata alle 4 pur di finirlo) e la mattina dopo era decisamente "fogata" così è nata l’idea di fare questa recensione.
Visto che però una cosa non mi tornava, a fine del prologo (che potete provare nella demo), e che comunque sempre un minimo di ricerche prima di scrivere le recensioni, ho indagato un po’ più a fondo e non tutto ciò che ho scoperto mi ha fatto impazzire.
Tra dire e fare c’è di mezzo il mare
Ho deciso di giocare Wilder così su due piedi, senza sapere nulla del gioco stesso o di chi lo sviluppasse per cui ho scoperto solo dopo che è ancora incompleto e delle 5 route, di cui una “yuri”, solo 2 sono state rilasciate a quasi un anno di distanza.
Non proprio eclatante come tempistica perché comunque è una visual novel alquanto standard e senza tanti virtuosismi, per di più le location e i personaggi sembrano essere gli stessi per tutte le storie.
La storia è piena di scelte, ma solo una decina sono importanti (quelle con lo sfondo nero e il suono tipo battito del cuore) e portano a finali differenti, le altre non incidono veramente sulla storia.
La storia è lunga e interessante, ma ha comunque dei momenti di incoerenza e, davvero, non capisco il senso di metterci tutti quei mesi per fare la seconda route visto che condivide praticamente tutti gli assett della prima… e spero che non sia successo perché doveva fisicamente ideare la storia! Suppongo (spero) che l’autrice abbia già in mente tutte le route nel dettaglio o andrà a finire male (anche se ammetto non di non essere certa di come intenda implementare le altre o.0)
Se continuasse con le tempistiche attuali il gioco verrebbe finito probabilmente dopo il 2020 ma, ancora più grave (secondo me), finirebbe col costare più di 15€ perché vende ogni singola route a 3.99$ ed ogni route è un file separato che però condivide il medesimo prologo.
Questo spiega in parte perché manchino alcune feature classiche delle visual novel di questo genere, ma spero per lei che non intenda davvero rilasciarla così perché è una sorta di suicidio assistito (una persona non può essere costretta a rifare, senza possibilità di skip, lo stesso identico prologo per minimo 5 volte!!)
A quanto ho capito alla fine confezionerà un gioco singolo, ma spero che non lo faccia pagare 15€ (perché è davvero troppo) e non costringa la gente a ri-comprarlo da 0.
In realtà a quel punto sarebbe anche il caso di metterlo su Steam, con tanto di obbiettivi (come minimo), e lo so che su Steam ci sono giochi indie su questo stile che costano sui 15€ ma in generale sono più articolati!
Prendiamo ad esempio i Winter Wolves: il loro parco titoli è tutto sopra i 15€, ma i loro giochi hanno anche meccaniche da dating sim, o investigative, o pseudo-rpg, o altro e customizzano Renpy fino al punto di renderlo irriconoscibile.
Spero quindi che al momento stia uscendo in questa maniera per una sorta di “kickstart”, d’altro canto itch.io serve anche a quello, per cui comprandolo adesso (in questa forma spezzettata) si supporti maggiormente lo sviluppo, se però al suo completamente non calerà il prezzo e/o non ci saranno importanti novità, mi dispiace ma per me sarebbe un pollice verso –e mi dispiacerebbe un sacco perché la storia merita davvero!
Oddio, a ripensarci è un po’ “il bue che da di cornuto all’asino” dire che 15€ per Wilder sono troppi quando ne ho dati più del doppio per aiutare le ragazze di Cinderella Phenomenon, una visual novel gratuita, ma appunto… è stata una cosa differente, ho dato uno “sproposito” di euro a un team per aiutarlo a sviluppare la loro idea e in cambio ho avuto degli extra e vengo tenuta aggiornata sugli sviluppi (ho pure fatto da beta-tester e checker… mi sono proprio lasciata sfruttare di brutto *cof cof*) > se vi state chiedendo perché non ho mai parlato di Cinderella Phenomenon prima è perché sto aspettando che lo finiscano, al momento potete giocare per intero il gioco gratuitamente su Steam (itch.io e forse da qualche altra parte…?), ma manca il fan-disc.
La seconda volta è stata anche meglio
Dopo aver scoperto quelle “rivelazioni” mi si sono raffreddati i bollenti spiriti e avevo mentalmente archiviato l’idea di fare questa recensione…
Poi mi sono sfogata in privato e mi sono decisa a fare anche la benedetta seconda route –anche se l’idea di dover pagare singolarmente ogni route mi fa venire le bolle (fa tanto Voltage…)
Come già detto il prologo resta invariato: la protagonista si deve sposare, compra il suo pet (su, ho parla di Ai no Kusabi l’altro giorno XD), si sposa, le ammazzano il marito > scappa.
Nel prologo, oltre agli zii (il “Re” e il vendicativo capo delle guardie), ci sono altre 2 figure prominenti: Ran (il djinn albino) e Bahadur (il djinn “di casa”), il secondo è ovviamente il protagonista di quest’altra route anche se, invero, potete tubare con lui anche nell’altra solo che ovviamente non porterà a nulla perché dovrete per forza scappare via con Ran.
Ammetto che, memore dell’esperienza passata, ho notato alcune sfumature nel prologo che mi erano sfuggite la prima volta (anche perché ho iniziato a un orario più umano, anche se ho finito comunque tardissimo) ed è stato piacevole notare che in realtà l’autrice aveva lasciato delle briciole per risolvere il "grande mistero" del gioco.
Uno dei problemi dell’altra route era che molti misteri restavano irrisolti, in particolare il mistero cardine della trama: chicazzo ha ammazzato il Re?
L’altra route si limitava a dire con assoluta certezza che non era stata la protagonista e nemmeno l’altro, ma di fatto non diceva chi era stato! Trattenete la suspance (?) e seguiamo questa nuova coppia di protagonisti mentre fugge!
Anche in questo caso arrivano fino al territorio dei djinn selvaggi e qui la situazione va in maniera completamente diversa perché nessuno dei due è in grado i parlare o gestire i sopracitati djinn selvaggi.
Come nell'altra alla fine fuggono anche loro in montagna, ma la scalata è più tranquilla e senza soldati alle costole, finché alla fine non arrivano alla fattoria ed è qui che le due storie divergono di più.
Nella route precedente c’ero rimasta malissimo che non ci fosse modo di gestire la vecchia contadina in maniera più gentile e per fortuna sono stata accontentata in quest’altra route.
In mancanza dello scetticismo di un certo albino i nostri fuggitivi chiedono apertamente aiuto alla vecchia e restano per svariato tempo ad aiutarla con la fatiscente fattoria, vivendo il perfetto idillio rurale; è in questa cornice che la parte romance inizia a venir fuori, anche perché fino a questo punto il rapporto tra i due era rimasto prettamente servo-padrone.
Anche in questo caso non ci sono grandi momenti di originalità: la protagonista impara un po’ di umili lavoretti, l’altro si “smolla” un minimo, insieme vanno a recuperare il bestiame rubato, ecc… ma è comunque una parte tenera che riesce a trascinarsi bene fin quasi all’arrivo a Umar.
In quest’altra route, dopo essere diventati quasi dei figli adottivi per la vecchia signora, i soldati bussano alla porta e la vecchia scopre la verità su di loro ma, visto che tiene immensamente a entrambi, li aiuta a raggiungere il porto e gli da praticamente tutti i soldi che ha (nell’altra route, indipendentemente da cosa facevi arrivavi al porto senza un soldo ed erano costretti a lavorare –cosa un po’ illogica visto che erano dei ricercati)
Arrivati a Umar la vicenda si snoda in maniera è ben diversa, perché oltre a mancare quasi completamente la sottotrama “a Umar un djinn può diventare libero” il caro regnante non ci prova nemmeno a fingersi gentile: separa e rinchiude i nostri eroi dando così maggior spazio al suo secondo, la “generalessa cornuta” Royo (protagonista dell’eventuale route “yuri”), che cerca di aiutarli come può.
Ancora una volta arriva il processo e questa volta ha una svolta inattesa: il prode “Sebby-con-le-corna” è l’assassino e il fatto che confessi in realtà, contrariamente a quanto pensasse, condanna entrambi.
In realtà questa route ha svariati colpi di scena (anche troppi per i miei gusti) alcuni prevedibili come il fatto che la cara zietta si facesse la servitù (col classico trauma infantile della protagonista) o che lo zio avesse preso per valletto/guardia personale della nipotina un ex-gladiatore solo per avere il suo sicario personale (Bahadur me lo spregiano tutti e per questo adoro la route -è dura trovare personaggi maschili così masochisti negli otome XD).
Tornati alla capitale la morte sembra assicurata, ma le guardie della loro cella sono le persone che durante la fuga furono menomato da Bahadur e pensano bene di vendicarsi facnedo impazzire Bahadur in modo che faccia a pezzi l’altra o che semplicemente si ammazzino a vicenda (ok, questa idea l'ha presa da Trinity Blood *cof cof*) > cosa che gli si ritorcerà contro perché dopo Bahadur avrà la forza di evadere.
Anche in questo caso il finale è un po’ frettoloso: praticamente negli ultimi minuti, istigata dalla protagonista, la zia tradisce il marito e svela il suo complotto, oltre a salvare la vita a tutti semplicemente grazie alla sua lingua tagliente.
Negli ultimi minuti i protagonisti tornano a Umar, dove oltre alla libertà li aspetta anche una casa come segno di scusa per come è andato il processo (resta però un mistero come si sia ridotto il regno d’origine dopo tutto quel vespaio XD)
Un po’ meglio
Uno dei pregi di quest’altro compagno di viaggio è che oltre a essere in perpetua modalità Sebby (beh non vuole la vostra anima, solo mordervi a sangue per marchiare il territorio *cof cof*) quando la protagonista gli urla di non ammazzare qualcuno esegue gli ordini, ed è anche uno dei life motive della route –poi è un brocco e il più delle volte è la protagonista a fare veramente la differenza.
Anche in questo caso ho fatto solo una partita, ma credo che i sopravvissuti che poi vengono a reclamare vendetta più che un evento subordinato alla scelta siano canon, ma sarebbe carino se una scelta fatta all'inizio potesse influire su un evento del finale (vane speranze?).
In generale mi è sembrata un'esperienza più coerente, l’altra aveva svariati momenti forzati e completamente illogici, in questo caso mi è sembrato tutto nelle mie corde.
Qualche colpo di scena è un po’ eccessivo e certi passaggi mi hanno riportato alla mente la Mizukami (dopo mesi che non leggo yaoi, vedo yaoi ovunque), ma tutto sommato è stata un’esperienza piacevole.
Alla fine il difetto più grande di questa route sono le CG.
Erano dannatamente poche anche nell’altra route (non c’è una cg per il finale buono!!!) e talvolta non eccelse dal punto di vista della colorazione/o proporzioni, ma in questo secondo caso hanno voluto fare i fighi con pose e inquadrature complesse e il tutto è venuto alquanto male *ahahah* (un po’ come Musketter: i figurini sono meglio dei CG, invece di essere l’opposto *sigh*)
Per concludere...
Durante la recensione ho usato termini “normali” che non sono esattamente quelli usati nel gioco, ma almeno così ci capiamo subito –non è nemmeno un caso che generalmente abbia evitato di fare i nomi dei personaggi stessi.
Il mondo è costruito in maniera alquanto caratteristica, perché va un pelino oltre l’essere semplicemente arabeggiante e fornisce, seppur in maniera appena accennata, i dettagli di un mondo con i suoi problemi politici e religiosi.
Non mi fanno impazzire le visual novel con 300mila scelte che però sono inutili sulle lunghe distanze, soprattutto se quasi sempre creano piccoli errori di continuità; sarà in parte una “deformazione professionale” dovuta all’Otomate, ma preferisco di gran lunga che la stragrande maggioranza delle scelte influiscano la storia per più delle 2 righe successive alla scelta stessa -.-
Ho citato un paio di mangaka nell’articolo, ma sono quasi certa che i riferimenti alla Bohra non siano affatto casuali (c’è una parte a battuta, nella route di Ran, che sembra proprio un elogio alla Bohra) > dovevo prendermi 10 minuti per interpellare direttamente lo sviluppatore, ma se mi mettevo a star dietro a queste minuzie ‘sta recensione non sarebbe mai uscita (non ho nemmeno avuto tempo di fare un po' di screen!! Le poche che decorano questo post sono quelle ufficiali!!).
L’altra cosa carina è che comunque le route, almeno per ora, sono diametralmente opposte e a parte il prologo e le location non condividono altro (basti pensare alla parte sulla fattoria).
Nonostante ciò l’ambientazione resta comunque consistente e non esce fuori dai margini che si è auto-dettata, per fare due esempi rapidi: Ran parla la lingua dei djinn, Bahadur no; Ran (per assurdo) sa leggere, ma Bahadur no.
Lo stato attuale non è quindi definitivo, per cui non analizzerò e criticherò più di tanto i difetti tecnici.
Wilder è un gioco al momento presente unicamente su itch.io, lo store per indie più indie che c’è (se pensate che Steam sia pieno di robaccia fatta male, non avete visto ancora nulla –ok, questa era crudeltà gratuita *cof cof*)
È sviluppato da un team piccolissimo, formato praticamente solo l’ideatrice della storia e gli artisti coinvolti.
Mi sono avvicinata a questo gioco quasi per caso, ero alla ricerca di eventuali nuovi otome e simili da recensire.
Sinceramente non mi ricordo nemmeno come ci sono capitata, ma quando l’ho visto ho notato che questo gioco mi dava delle “vibrazioni di Bohra” e non ho saputo resistergli > l’ho guardato e ho pensato subito alla “saga” coi mostri della mangaka e in effetti la storia ha un che, anche se in questo caso si tratta di djinn.
L’ho scelto unicamente per questo motivo
La prima volta
Ho decido di iniziarlo verso le 11, perché era ancora presto e pensavo che (vista la sua natura) la route sarebbe durata 2-3 ore… invece mi sono ritrovata alle 4 di mattina ad arrancare verso il finale *ahah*
Quando l’ho iniziato non sapevo quasi niente: ho aperto la pagina del progetto, i disegni mi ispirava e via (nemmeno avevo assimilato bene il disclaimer iniziale in cui parla di quante route “sono”)
Come dicevo l’ambientazione ricorda un po’ quella della Bohra: una sorta di mondo alternativo un po’ arabeggiante con gli esseri umani e una razza, dai tratti “demoniaci”, subordinata agli umani e tenuti in riga da appositi congegni (in questo caso bracciali) che riducono il loro potere e li costringono, fino a un certo punto, a fare ciò che il loro padrone dice.
La protagonista della storia è un’orfana (elemento che finora è stato completamente privo di impatto) che è stata adottata dagli zii, importanti membri della nobiltà cittadina, finendo così col vivere una vita agiata.
Però non è tutto oro ciò che luccica! Per tutta la vita è stata come in una gabbia dorata: non ha amici, le rare volte che esce è scortata e, ciliegina sulla torta, ora che è abbastanza grande le tocca subire un matrimonio combinato.
Sarà la moglie del “Re” locale, un uomo lascivo e decisamente più vecchio di lei (alla sesta moglie) su cui girano pessime voci; in breve è l’agnello sacrificale per la scalata al potere dello zio (che comunque tra i due parenti è quello che mostra maggiormente il suo affetto per la protagonista, mentre la zia è un po’ “particolare”).
Per festeggiare il “lieto evento” la zia porta la nipote a far compere e prende per lei un palesemente selvaggio e restio djinn albino (che costa quindi un botto, anche perché girano varie leggende sull'argomento); essendo la notte prima del matrimonio la zia pensa bene di dare una spazzolata a suddetto djinn e mandarlo in camera della nipote per “renderla una donna” col risultato che per poco la ragazza non ci rimette le penne.
Il giorno dopo tutta la città accorre per le nozze del secolo (o del decennio, visto quanto rapidamente vengono cambiate le mogli), ma ben presto il sommo regnante viene trovato morto nei pressi di un certo djinn albino (coperto di sangue) e la colpa ricade ovviamente sulla nostra eroina.
Costretta a scappare dovrà affidarsi al nuovo e molto scontroso servitore per sopravvivere, uno che non ci mette nemmeno 1 capitolo a rimangiarsi la parola data e infilarsi nel territorio dei djinn selvaggi semplicemente perché a lui conviene (mentre lei quasi ci resta secca dopo 5 minuti) > la loro route ha una costruzione alquanto standard, ma comunque piacevole.
Dopo il problema coi djinn selvaggi vengono aggrediti dai soldati e per un po’ i ruoli si invertono, con la protagonista (una volta tanto non completamente passiva) che deve occuparsi dell’altro e della sopravvivenza di entrambi.
Il romanticismo, anzi è meglio dire il mero sesso, arriva alquanto presto ma finisce con l’essere un caso isolato perché il compagno di viaggio della protagonista è restio a fidarsi di chiunque per una serie di motivi: gli esseri umani l’hanno sempre trattato male (anche quando così non è stato poi l’hanno comunque venduto al miglior offerente senza pensarci due volte) e ha già avuto una relazione passata che è andata malissimo.
Odia spassionatamente tutti ed è violento la maggior parte delle volte, per quanto la protagonista gli urli di non uccidere generalmente lui non l’ascolta.
È una testa di rapa, non saprei come altro dirlo, addirittura ad un certo punto incappano in una fattoria con una vecchietta gentile e non c’è verso di convincerlo a restare, invece di rubare il cibo.
Giunti alla loro meta, Umar, una città che riconosce pari diritti a umani e djinn, la situazione sembra calmarsi sia in virtù della loro comprovata innocenza, che delle leggende che girano sugli albini.
Ben presto però la protagonista si rende conto che in realtà, seppur sotto forma di debiti contratti per liberarsi, la schiavitù è ancora presente a Umar e il “placido” regnante è un arrivista.
La relazione appena nata tra i nostri protagonisti viene messa a dura prova perché, per assicurarsi una chance di uscirne vivi, la nostra eroina deve (fingere di) tradire l’amato, che gliela farà pagare severamente quando lei andrà a liberarlo.
Riconosciuti innocenti, parzialmente (solo lei), fuggiranno per tornare dalle parti di casa in una situazione che però sembra essere tornata al punto di partenza, almeno per quanto riguarda il loro rapporto… ma al momento di salutarsi cambieranno idea e decideranno di salpare insieme verso nuove avventure.
Mi dispiace di non poter dire cosa succeda negli altri finali, posso solo supporre che ci sia anche una variante “bad” del finale, ma non so per certo quanti siano e se ci sia modo di morire durante il viaggio o simili –ma dubito.
Come dicevo non mi aspettavo che fosse così lungo e visto che dopo ho scoperto che è ancora “in corso”, mi sembra superfluo spolpare il gioco per come sta messo al momento…
Fortunatamente nessuno dei due protagonisti è bidimensionale, certo c’è qualche incoerenza ogni tanto (dovuta anche alla quantità mostruosa di scelte multiple) e commettono delle idiozie prive di logica, ma sono comunque personaggi interessanti che si muovono in una storia che, per quanto non propriamente originale, ti tiene comunque incollato al monitor.
Insomma, questo primo tentativo mi ha fatto un’ottima impressione (altrimenti non sarei arrivata alle 4 pur di finirlo) e la mattina dopo era decisamente "fogata" così è nata l’idea di fare questa recensione.
Visto che però una cosa non mi tornava, a fine del prologo (che potete provare nella demo), e che comunque sempre un minimo di ricerche prima di scrivere le recensioni, ho indagato un po’ più a fondo e non tutto ciò che ho scoperto mi ha fatto impazzire.
Tra dire e fare c’è di mezzo il mare
Ho deciso di giocare Wilder così su due piedi, senza sapere nulla del gioco stesso o di chi lo sviluppasse per cui ho scoperto solo dopo che è ancora incompleto e delle 5 route, di cui una “yuri”, solo 2 sono state rilasciate a quasi un anno di distanza.
Non proprio eclatante come tempistica perché comunque è una visual novel alquanto standard e senza tanti virtuosismi, per di più le location e i personaggi sembrano essere gli stessi per tutte le storie.
La storia è piena di scelte, ma solo una decina sono importanti (quelle con lo sfondo nero e il suono tipo battito del cuore) e portano a finali differenti, le altre non incidono veramente sulla storia.
La storia è lunga e interessante, ma ha comunque dei momenti di incoerenza e, davvero, non capisco il senso di metterci tutti quei mesi per fare la seconda route visto che condivide praticamente tutti gli assett della prima… e spero che non sia successo perché doveva fisicamente ideare la storia! Suppongo (spero) che l’autrice abbia già in mente tutte le route nel dettaglio o andrà a finire male (anche se ammetto non di non essere certa di come intenda implementare le altre o.0)
Se continuasse con le tempistiche attuali il gioco verrebbe finito probabilmente dopo il 2020 ma, ancora più grave (secondo me), finirebbe col costare più di 15€ perché vende ogni singola route a 3.99$ ed ogni route è un file separato che però condivide il medesimo prologo.
Questo spiega in parte perché manchino alcune feature classiche delle visual novel di questo genere, ma spero per lei che non intenda davvero rilasciarla così perché è una sorta di suicidio assistito (una persona non può essere costretta a rifare, senza possibilità di skip, lo stesso identico prologo per minimo 5 volte!!)
A quanto ho capito alla fine confezionerà un gioco singolo, ma spero che non lo faccia pagare 15€ (perché è davvero troppo) e non costringa la gente a ri-comprarlo da 0.
In realtà a quel punto sarebbe anche il caso di metterlo su Steam, con tanto di obbiettivi (come minimo), e lo so che su Steam ci sono giochi indie su questo stile che costano sui 15€ ma in generale sono più articolati!
Prendiamo ad esempio i Winter Wolves: il loro parco titoli è tutto sopra i 15€, ma i loro giochi hanno anche meccaniche da dating sim, o investigative, o pseudo-rpg, o altro e customizzano Renpy fino al punto di renderlo irriconoscibile.
Spero quindi che al momento stia uscendo in questa maniera per una sorta di “kickstart”, d’altro canto itch.io serve anche a quello, per cui comprandolo adesso (in questa forma spezzettata) si supporti maggiormente lo sviluppo, se però al suo completamente non calerà il prezzo e/o non ci saranno importanti novità, mi dispiace ma per me sarebbe un pollice verso –e mi dispiacerebbe un sacco perché la storia merita davvero!
Oddio, a ripensarci è un po’ “il bue che da di cornuto all’asino” dire che 15€ per Wilder sono troppi quando ne ho dati più del doppio per aiutare le ragazze di Cinderella Phenomenon, una visual novel gratuita, ma appunto… è stata una cosa differente, ho dato uno “sproposito” di euro a un team per aiutarlo a sviluppare la loro idea e in cambio ho avuto degli extra e vengo tenuta aggiornata sugli sviluppi (ho pure fatto da beta-tester e checker… mi sono proprio lasciata sfruttare di brutto *cof cof*) > se vi state chiedendo perché non ho mai parlato di Cinderella Phenomenon prima è perché sto aspettando che lo finiscano, al momento potete giocare per intero il gioco gratuitamente su Steam (itch.io e forse da qualche altra parte…?), ma manca il fan-disc.
La seconda volta è stata anche meglio
Dopo aver scoperto quelle “rivelazioni” mi si sono raffreddati i bollenti spiriti e avevo mentalmente archiviato l’idea di fare questa recensione…
Poi mi sono sfogata in privato e mi sono decisa a fare anche la benedetta seconda route –anche se l’idea di dover pagare singolarmente ogni route mi fa venire le bolle (fa tanto Voltage…)
Come già detto il prologo resta invariato: la protagonista si deve sposare, compra il suo pet (su, ho parla di Ai no Kusabi l’altro giorno XD), si sposa, le ammazzano il marito > scappa.
Nel prologo, oltre agli zii (il “Re” e il vendicativo capo delle guardie), ci sono altre 2 figure prominenti: Ran (il djinn albino) e Bahadur (il djinn “di casa”), il secondo è ovviamente il protagonista di quest’altra route anche se, invero, potete tubare con lui anche nell’altra solo che ovviamente non porterà a nulla perché dovrete per forza scappare via con Ran.
Ammetto che, memore dell’esperienza passata, ho notato alcune sfumature nel prologo che mi erano sfuggite la prima volta (anche perché ho iniziato a un orario più umano, anche se ho finito comunque tardissimo) ed è stato piacevole notare che in realtà l’autrice aveva lasciato delle briciole per risolvere il "grande mistero" del gioco.
Uno dei problemi dell’altra route era che molti misteri restavano irrisolti, in particolare il mistero cardine della trama: chi
L’altra route si limitava a dire con assoluta certezza che non era stata la protagonista e nemmeno l’altro, ma di fatto non diceva chi era stato! Trattenete la suspance (?) e seguiamo questa nuova coppia di protagonisti mentre fugge!
Anche in questo caso arrivano fino al territorio dei djinn selvaggi e qui la situazione va in maniera completamente diversa perché nessuno dei due è in grado i parlare o gestire i sopracitati djinn selvaggi.
Come nell'altra alla fine fuggono anche loro in montagna, ma la scalata è più tranquilla e senza soldati alle costole, finché alla fine non arrivano alla fattoria ed è qui che le due storie divergono di più.
Nella route precedente c’ero rimasta malissimo che non ci fosse modo di gestire la vecchia contadina in maniera più gentile e per fortuna sono stata accontentata in quest’altra route.
In mancanza dello scetticismo di un certo albino i nostri fuggitivi chiedono apertamente aiuto alla vecchia e restano per svariato tempo ad aiutarla con la fatiscente fattoria, vivendo il perfetto idillio rurale; è in questa cornice che la parte romance inizia a venir fuori, anche perché fino a questo punto il rapporto tra i due era rimasto prettamente servo-padrone.
Anche in questo caso non ci sono grandi momenti di originalità: la protagonista impara un po’ di umili lavoretti, l’altro si “smolla” un minimo, insieme vanno a recuperare il bestiame rubato, ecc… ma è comunque una parte tenera che riesce a trascinarsi bene fin quasi all’arrivo a Umar.
In quest’altra route, dopo essere diventati quasi dei figli adottivi per la vecchia signora, i soldati bussano alla porta e la vecchia scopre la verità su di loro ma, visto che tiene immensamente a entrambi, li aiuta a raggiungere il porto e gli da praticamente tutti i soldi che ha (nell’altra route, indipendentemente da cosa facevi arrivavi al porto senza un soldo ed erano costretti a lavorare –cosa un po’ illogica visto che erano dei ricercati)
Arrivati a Umar la vicenda si snoda in maniera è ben diversa, perché oltre a mancare quasi completamente la sottotrama “a Umar un djinn può diventare libero” il caro regnante non ci prova nemmeno a fingersi gentile: separa e rinchiude i nostri eroi dando così maggior spazio al suo secondo, la “generalessa cornuta” Royo (protagonista dell’eventuale route “yuri”), che cerca di aiutarli come può.
Ancora una volta arriva il processo e questa volta ha una svolta inattesa: il prode “Sebby-con-le-corna” è l’assassino e il fatto che confessi in realtà, contrariamente a quanto pensasse, condanna entrambi.
In realtà questa route ha svariati colpi di scena (anche troppi per i miei gusti) alcuni prevedibili come il fatto che la cara zietta si facesse la servitù (col classico trauma infantile della protagonista) o che lo zio avesse preso per valletto/guardia personale della nipotina un ex-gladiatore solo per avere il suo sicario personale (Bahadur me lo spregiano tutti e per questo adoro la route -è dura trovare personaggi maschili così masochisti negli otome XD).
Tornati alla capitale la morte sembra assicurata, ma le guardie della loro cella sono le persone che durante la fuga furono menomato da Bahadur e pensano bene di vendicarsi facnedo impazzire Bahadur in modo che faccia a pezzi l’altra o che semplicemente si ammazzino a vicenda (ok, questa idea l'ha presa da Trinity Blood *cof cof*) > cosa che gli si ritorcerà contro perché dopo Bahadur avrà la forza di evadere.
Anche in questo caso il finale è un po’ frettoloso: praticamente negli ultimi minuti, istigata dalla protagonista, la zia tradisce il marito e svela il suo complotto, oltre a salvare la vita a tutti semplicemente grazie alla sua lingua tagliente.
Negli ultimi minuti i protagonisti tornano a Umar, dove oltre alla libertà li aspetta anche una casa come segno di scusa per come è andato il processo (resta però un mistero come si sia ridotto il regno d’origine dopo tutto quel vespaio XD)
Un po’ meglio
Uno dei pregi di quest’altro compagno di viaggio è che oltre a essere in perpetua modalità Sebby (beh non vuole la vostra anima, solo mordervi a sangue per marchiare il territorio *cof cof*) quando la protagonista gli urla di non ammazzare qualcuno esegue gli ordini, ed è anche uno dei life motive della route –poi è un brocco e il più delle volte è la protagonista a fare veramente la differenza.
Anche in questo caso ho fatto solo una partita, ma credo che i sopravvissuti che poi vengono a reclamare vendetta più che un evento subordinato alla scelta siano canon, ma sarebbe carino se una scelta fatta all'inizio potesse influire su un evento del finale (vane speranze?).
In generale mi è sembrata un'esperienza più coerente, l’altra aveva svariati momenti forzati e completamente illogici, in questo caso mi è sembrato tutto nelle mie corde.
Qualche colpo di scena è un po’ eccessivo e certi passaggi mi hanno riportato alla mente la Mizukami (dopo mesi che non leggo yaoi, vedo yaoi ovunque), ma tutto sommato è stata un’esperienza piacevole.
Alla fine il difetto più grande di questa route sono le CG.
Erano dannatamente poche anche nell’altra route (non c’è una cg per il finale buono!!!) e talvolta non eccelse dal punto di vista della colorazione/o proporzioni, ma in questo secondo caso hanno voluto fare i fighi con pose e inquadrature complesse e il tutto è venuto alquanto male *ahahah* (un po’ come Musketter: i figurini sono meglio dei CG, invece di essere l’opposto *sigh*)
Per concludere...
Durante la recensione ho usato termini “normali” che non sono esattamente quelli usati nel gioco, ma almeno così ci capiamo subito –non è nemmeno un caso che generalmente abbia evitato di fare i nomi dei personaggi stessi.
Il mondo è costruito in maniera alquanto caratteristica, perché va un pelino oltre l’essere semplicemente arabeggiante e fornisce, seppur in maniera appena accennata, i dettagli di un mondo con i suoi problemi politici e religiosi.
Non mi fanno impazzire le visual novel con 300mila scelte che però sono inutili sulle lunghe distanze, soprattutto se quasi sempre creano piccoli errori di continuità; sarà in parte una “deformazione professionale” dovuta all’Otomate, ma preferisco di gran lunga che la stragrande maggioranza delle scelte influiscano la storia per più delle 2 righe successive alla scelta stessa -.-
Ho citato un paio di mangaka nell’articolo, ma sono quasi certa che i riferimenti alla Bohra non siano affatto casuali (c’è una parte a battuta, nella route di Ran, che sembra proprio un elogio alla Bohra) > dovevo prendermi 10 minuti per interpellare direttamente lo sviluppatore, ma se mi mettevo a star dietro a queste minuzie ‘sta recensione non sarebbe mai uscita (non ho nemmeno avuto tempo di fare un po' di screen!! Le poche che decorano questo post sono quelle ufficiali!!).
L’altra cosa carina è che comunque le route, almeno per ora, sono diametralmente opposte e a parte il prologo e le location non condividono altro (basti pensare alla parte sulla fattoria).
Nonostante ciò l’ambientazione resta comunque consistente e non esce fuori dai margini che si è auto-dettata, per fare due esempi rapidi: Ran parla la lingua dei djinn, Bahadur no; Ran (per assurdo) sa leggere, ma Bahadur no.
Ripeto, ancora una volta, che il gioco è in sviluppo e che comunque non seguo assiduamente chi lo sta facendo (ho giusto guardato gli ultimi post e giusto perché parlava dei piani per il futuro), per cui le informazioni che ho dato in futuro saranno sicuramente da rivedere, ma conto di riprendere in mano la questione solo quando il gioco sarà finito –se verrà mai realmente finito.